Emergenza coronavirus
Sappiamo bene che gli anziani sono i soggetti più a rischio per il Coronavirus.
Proprio per questo motivo nella nostra struttura, a parte prendere ogni tipologia di precauzioni per proteggere i nostri ospiti, abbiamo anche adottato un'integrazione alla dieta per rinforzare il sistema immunitario.
Fungo giapponese con funzione antivirale e anche antitumorale. Blocca o per lo meno ritarda l'azione dei virus. Usato in Giappone per le forme virali da virus RNA come il coronavirus. Inoltre, sempre in Giappone, negli anni 80 veniva usato per contrastare gli effetti dell' Aids notando un ritardo nelle complicanze che provoca questa malattia.
BRUVIR
Integratore a base di zinco e probiotici. Serve per aumentare le difese sistemiche dell'organismo a livello della flora batterica dell'intestino.
Nella lotta contro l'infezione da Covid-19 lo staff medico cinese ha riconosciuto il ruolo importante del microbiota intestinale, quindi i probiotici possono essere usati per mantenere l'equilibrio del microbiota intestinale e prevenire infezioni batteriche secondarie.
Nonostante, ad oggi, non vi sia uno specifico trattamento antivirale raccomandato, si ipotizza che i probiotici possano modulare il microbiota intestinale alterando positivamente i sintomi gastrointestinali e possa anche proteggere le vie respiratorie. (Guida stabilita dalla China's National Health Commission e National Administration of Traditional Chinese Medicine)
ZINCO
Facilita la presentazione dell'antigene al macrofago, quest'ultime sono quelle cellule che intervengono nella difesa dell'organismo quando c'è la presenza di cellule virali (antigene).
SCUTELLARIA
Integratore che agisce a livello polmonare sopratutto contro quelle forme virali come il coronavirus.
Questa pianta rappresenta un importantissimo rimedio antivirale ad ampio spettro e contrasta una grande varietà di virus diversi (Epatite A-C, Herpes simplex, Morbillo, Virus del mosaico, Virus parainfluenzali, Poliomelite ecc.)
Durante la SARS del 2006 è stata utilizzata per contrastare gli effetti infiammatori a livello polmonare, riducendo la produzione di interleuchina 6 che, accumulandosi, produce gravissimi danni.